Vita da ominide. Nascere, mangiare, amare e morire nell’età glaciale

MARESTATE 2014 – NAVIGANDO NELLA SCIENZA
VENERDI’ 22 AGOSTO, ALLE 21.00

Come era lo stile di vita degli esseri umani durante le ere glaciali? E quello delle scimmie bipedi, come Lucy, che li avevano preceduti? Come partorivano gli australopitechi e i Neanderthal? Si accoppiavano gli ominidi fra specie diverse? Chi era l’Uomo di Visogliano? E’ vero che i Neanderthal sloveni suonavano il piffero? E’ vero che le loro donne avevano scoperto come curarsi con le erbe? Possiamo biasimare i Neanderthal per le nostre cirrosi epatiche e per il diabete? E’ vero che noi sapiens abbiamo iniziato la distruzione del pianeta già 50 mila anni fa?
Sono queste, alcune delle singolari domande, alle quali Claudio Tuniz , scienziato del Centro di Fisica Teorica di Miramare e del Centro per le Scienze Archeologiche di Sidney darà una risposta, in occasione della prossima serata di “Marestate – navigando nella Scienza” dal titolo “Vita da ominide. Nascere, mangiare, amare e morire nell’età glaciale”, che si terrà venerdì 22 agosto, dalle ore 21.00, nel giardino del Civico Museo del Mare di Via di Campo Marzio 7 a Trieste.
Nuovi metodi scientifici – spiega Claudio Tuniz – basati sulla genetica, la luce di sincrotrone e la fisica nucleare ci stanno rivelando i segreti del nostro tempo profondo. La nostra storia, come umani, è molto lunga. Ma ne conosciamo solo una piccolissima parte. Quella che ci raccontano i libri di storia, che vanno a ritroso soltanto di poche migliaia di anni. Un’inezia per capire chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo. È come se credessimo di conoscere noi stessi e il mondo in cui viviamo ricordando soltanto quanto è successo la settimana scorsa e avendo una totale amnesia su tutto il resto. Venerdì sera verrà invece raccontata la storia degli ominidi partendo da quando è stata assunta la posizione eretta, proseguendo per quando abbiamo aumentato il volume del nostro cervello per arrivare a quando siamo stati in grado di generare il pensiero simbolico, favorendo così la proliferazione di diverse culture e la costruzione della società in cui viviamo. Andremo a ritroso nel tempo fino al momento in cui la nostra linea evolutiva si è separata, sette milioni di anni fa, da quella che ha portato agli attuali scimpanzé i quali, nel frattempo, si erano evoluti per conto loro. Si ricorderà che non discendiamo affatto dalle attuali scimmie, come ancora spesso si dice, ma che abbiamo però con loro un antenato in comune, il quale probabilmente non assomigliava molto né a noi né a loro. Sarà, quello in programma, un viaggio divertente e sorprendente. Un piccolo esercizio per liberarci di molti nostri pregiudizi.
Alle interessanti dissertazioni di Tuniz seguirà, a cura di Sara Alzetta e Pietro Spirito, una simpatica “intervista impossibile” all’australopiteco Lucy, mentre lo studioso di musiche etniche Martin O’Loughlin creerà l’atmosfera giusta diffondendo le note del didgeridoo, uno strumento musicale preistorico ancora in uso presso gli aborigeni dell’Australia, presso i quali ne ha appreso l’utilizzo.

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