Venezia e Trieste sulle rotte della ricchezza e della paura

22 settembre – 22 dicembre 2017
tratta dal libro di Nelli-Elena Vanzan Marchini (CIERRE 2016 ).

Mostra organizzata dal Comune di Trieste e dal Civico Museo del Mare
In collaborazione con la Biblioteca Civica A. Hortis e CISO Veneto
con il patrocinio del Consiglio d’Europa ufficio di Venezia e della Regione Veneto
e con la partecipazione di Unesco- Regional Bureau for Scienze and Culture in Europe

Le nuove rotte hanno svelato civiltà ignote, aperto nuovi mercati, scoperto continenti, ma hanno anche favorito la diffusione della peste e di altre epidemie. I lazzaretti marittimi cercarono di garantire la sicurezza dei commerci e la salute delle popolazioni.
Il percorso della mostra si snoda come una rotta tematica all’interno del Museo del Mare. Un filo rosso segna le tappe e le intersezioni della storia della sanità con quella di Trieste e del suo rapporto con il mare. Alla fine un video presenta le immagini dei lazzaretti mediterranei com’erano e come sono.
I lazzaretti di manzoniana memoria sono tutt’altro delle strutture preventive di “espurgo” di cui gli stati dovettero dotarsi per la tutela dei commerci marittimi. Non a caso la mostra è organizzata nel Civico Museo del Mare, sede dell’ex- lazzaretto San Carlo costruito fra il 1719 e il 1730.

La storia di Venezia e Trieste fra la paura delle epidemie e lo sviluppo mercantile

L’invenzione del primo lazzaretto fu conseguente alle epidemie di peste che dal 1348 giungevano da Oriente sulle rotte mediterranee e per le vie carovaniere, il Senato veneziano nel 1423 istituì nell’isola di Santa Maria di Nazareth nella laguna di Venezia il primo ospedale di stato dove ricoverare gli appestati all’insorgere della malattia. Il luogo, chiamato Nazaretum e poi Lazzaretto, costituì un modello per tutte le altre nazioni.

Nel 1468 in un’altra isola si creò un secondo Lazzaretto detto “Nuovo” per i convalescenti e per quanti, provenendo da luoghi contagiati, dovevano trascorrervi un periodo di isolamento stabilito dal Magistrato alla Sanità. Istituiti nel 1486, i Provveditori alla Sanità della Repubblica di Venezia monitorarono i porti mediterranei attraverso , diplomatici, osservatori e una fitta rete di spie, controllando tutte le navi che entravano nel Mare Adriatico, denominato il “Golfo di Venezia”. Anche altri porti mediterranei nel XVII e XVIII secolo si dotarono di lazzaretti in cui merci e passeggeri si sottoponevano a pratiche di “espurgo” per purificarsi dal contagio.

Trieste rimase una piccola città fino a quando nel 1717 Carlo VI proclamò la libera navigazione nell’Adriatico e nel 1719 la istituì porto franco dell’impero per tentare di minare la supremazia commerciale della Serenissima. La concorrenza marittima richiedeva adeguate strutture sanitarie perciò nel 1719 stabilì di costruire un lazzaretto dedicato a San Carlo, che fu ultimato solo nel 1730.

Maria Teresa mise in atto una politica mercantile e sanitaria molto più aggressiva, articolata e determinata di quella del padre e fece erigere nel 1769 del Nuovo Lazzaretto dedicato a S. Teresa, una vera macchina per la prevenzione dotata anche di confort per i passeggeri.

 A DESTRA IL LAZZARETTO SAN CARLO 1730 - A SINISTRA IL LAZZARETTO DI S. TERESA 1769

A DESTRA IL LAZZARETTO SAN CARLO 1730 – A SINISTRA IL LAZZARETTO DI S. TERESA 1769

Il destino di Venezia anche in campo sanitario era ineluttabile. Con la caduta della Repubblica e la dominazione austriaca, l’isola di Poveglia nella laguna fu utilizzata come centro ad alto isolamento per i porti degli Asburgo che potenziarono a Trieste le linee internazionali di navigazione e la cantieristica per la costruzione di piroscafi a vapore. La città divenne una grande metropoli europea. Il Lazzaretto di Santa Teresa fu interrato per lasciar posto alla ferrovia nel 1857.

Nel 1866, quando Venezia passò all’Italia, gli Asburgo si dotarono del nuovo Lazzaretto in Valle San Bartolomeo a Muggia.

Con la scoperta del mondo invisibile dei microbi e dei batteri, la prevenzione delle epidemie si spostò nei laboratori. A partire dalla fine dell’800 i lazzaretti caddero in disuso anche a causa degli interessi legati alla rapidità dei traffici marittimi nei quali investivano la cantieristica, le compagnie di navigazione e la nascente industria del tempo libero e del turismo. Soltanto all’insorgere del pericolo di nuove epidemie si continuò a ricorrere fino ad oggi all’isolamento sanitario.

Ingresso Gratuito. Tutti i giorni da lunedì a domenica dalle 9 alle 13, mercoledì chiuso

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